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Spaccanapoli: si Salvi(ni) chi può



Storie di ordinaria follia. A Napoli un comizio politico è diventato il pretesto per una guerriglia urbana senza bandiere (e senza senso). É successo Sabato scorso in occasione della visita del Segretario di Lega Nord Matteo Salvini nella città partenopea. “Noi per Salvini” è questo il nome della lista politica che il leader del Caroccio ha creato per accaparrarsi voti e simpatie nel Sud Italia, visto e considerato il lungo antagonismo che il suo partito ha avuto con il meridione ed i meridionali. Una considerazione questa, sicuramente fatta da tantissimi napoletani che hanno organizzato un corteo per manifestare pacificamente il loro dissenso. Ed allora ecco che nel primo pomeriggio una folla di manifestanti ha riempito il centro della città con diverse bandiere politiche e travestimenti di pulcinella in segno di protesta. Tutto sembrava svolgersi in un’atmosfera di sana protesta politica, se non altro che, col passare del tempo, le maschere di pulcinella e le bandiere sono state improvvisamente sostituite da abiti neri, molotov e maschere decisamente meno folkloristiche. I Black Block hanno così preso prepotentemente possesso delle strade provocando innumerevoli danni alla città e aggredendo con violenza le forze dell’ordine. Matteo Salvini ha così colto l’occasione per attaccare il sindaco di napoli: “De Magistris ha aperto la strada ai teppisti” che a sua volta non ha perso l’occasione di ribattere: “Sto con Napoli, non con i violenti”. Ed è subito Spaccanapoli.

Polemiche a parte, Salvini ha di certo colto la palla al balzo per strumentalizzare questi avvenimenti a suo favore, ed il fatto che la Lega trovi sempre più consenso al Sud è qualcosa di assolutamente preoccupante. Dall’altra parte, però, manifestazioni di questo tipo non possono e non devono diventare il pretesto per dare sfogo ad una violenza becera che di ideologico e politico non ha assolutamente  niente a che vedere.

(Un grazie a Banksy per l’ispirazione di questa vignetta)

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