Lo scorso 25 Luglio il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha fatto dietrofront sulla questione Muos, le potenti antenne militari americane che minacciano la salute degli abitanti di Niscemi e di tutta la sicilia Sud-Orientale.
Circa 100 giorni addietro il neoeletto "Saro" Crocetta aveva chiesto ed ottenuto la revoca dei lavori delle antenne USA, ricevendo plausi e consensi dal popolo siciliano per aver battuto i pugni contro la superpotenza mondiale ed il governo italiano, favorevole alla realizzazione del progetto militare; a dimostrazione che non sempre gli interessi politici ed economici vincono sugli interessi del popolo.
Sembrava per una volta, dopo le tristi e oscure pagine segnate dai precedenti governi (e presidenti) siciliani, che la storia potesse cambiare, con un presidente che finalmente si schierasse con la Sicilia ed i siciliani e non con i politicanti ed i mafiosi di turno.
Ma come ogni bel sogno seguito da un brusco risveglio, ecco arrivare la "revoca della revoca", cercando la giustificazione in quella relazione dell'ISS (Istituto Superiore di Sanità) contraddetta perfino da alcuni dei suoi membri interni e comunque troppo "condizionata" dalla volontà del governo centrale.
Un suicidio politico per Crocetta e ambientale per la Sicilia, terra bellissima e allo stesso tempo fragilissima; bistrattata dai politicanti e gli imprenditori di turno che stanno uccidendo un patrimonio artistico, storico ed ambientale immenso.
Con chiaro riferimento al capolavoro cinematografico di Kubrick (dove un ragazzo viene costretto ad arruolarsi contro la sua volontà venendo poi plagiato dai Marine fino ad impazzire e suicidarsi) il messaggio è come la volontà dei grandi palazzi in un modo o nell'altro (dalla corruzione alla minaccia) ti costringe ad impugnare quell'arma (Muos) che detesti, e che in fondo ti stai puntando contro...
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